Motivazione allo studio: lo studio non è un lavoro

borse-studio

Andare a scuola non è un lavoro

Sarebbe importante che gli adulti si chiarissero questo concetto

Ci sono diversi motivi che distinguono l’esperienza scolastica (in particolare nella scuola media e superiore) da quella lavorativa.

Cerchiamo di identificarne almeno 3:

Produzione

Il lavoro produce beni e servizi. Sono visibili, misurabili e ci dicono se lavoriamo bene o male. Chiedete ad uno studente cosa produce andando a scuola… Conoscenza? Crescita personale? Cultura? È tutto vero! Il problema è spiegarlo a lui e alimentare con questi concetti astratti la sua motivazione allo studio.

Premi e ricompense

Al termine di un lavoro veniamo pagati, sempre! Se questo non avviene abbiamo diritto a spiegazioni, se queste spiegazioni non sono accettabili ci rivolgiamo ad un legale. Chiedete ad uno studente quante volte gli capita di avere studiato tanto, aver preso un brutto voto e non avere capito perché.

Punizioni

Al lavoro non si usano punizioni ma rinforzi positivi. Il motivo è semplice: lavorare in un clima punitivo riduce la produttività del lavoratore. Tanto è vero che l’unica vera forma di punizione al lavoro è… il licenziamento. Chiedete a professori e studenti quante volte in classe si sente pronunciare la frase “…se non la smetti ti becchi un rapporto!”

Quando diciamo ad un ragazzo che la scuola è il suo lavoro cerchiamo ingenuamente di promuovere la sua motivazione allo studio attraverso il senso del dovere.

Purtroppo o per fortuna gli adolescenti hanno altri doveri evolutivi e non reagiscono a questi stimoli.

Se vogliamo trovare un punto di contatto tra scuola e mondo del lavoro dobbiamo lavorare su altri aspetti della motivazione allo studio, dell’orientamento, degli obiettivi di vita, dell’auto-efficacia e della conoscenza di sé.