Ricerca di lavoro: Jobs vs. Gian Burrasca

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Vi ricordate cosa cantava Rita Pavone sulla ricerca di lavoro?

“La storia del passato ormai ce l’ha insegnato che un popolo affamato fa la rivoluzion”

Come dite?

Rita Pavone non parlava di ricerca di lavoro?

…secondo me invece sì!

La fame porta alla rivoluzione perché è un bisogno primario che non possiamo evitare di soddisfare. Chi ha fame è disposto a tutto… anche a rischiare la propria vita e quella degli altri.

Potremmo dire che i governi hanno imparato la lezione e per evitare la rivoluzione evitano di farci morire di fame (almeno letteralmente).

Dal 2011 i media ci hanno bombardato con le parole di Steve Jobs che ci ricordava di “essere affamati” ed “essere folli”.

Come poteva l’amministratore delegato dell’azienda più quotata nel mondo aver ignorato gli insegnamenti di Gian Burrasca?

Come possiamo “essere affamati” in un mondo che ci non ci fa mancare il pane sotto ai denti?

È una questione di motivazione!

Sintetizzando oltre ogni limite le ricerche sulla motivazione di R. White, S. Harter, E. Deci e R. Ryan potremmo dire che siamo motivati dal nostro bisogno di controllare l’ambiente in cui viviamo e dalla volontà di soddisfare il nostro bisogno di competenze, di autonomia e di relazione.

Ecco la fame di oggi!

I giovani non lavorano e non lavoreranno mai per un cibo che non manca. I giovani hanno un altro genere di “fame” che non sanno riconoscere: il bisogno di autodeterminarsi e di controllare il mondo in cui vivono.

È una fame meno epica di quella che i loro nonni hanno patito in guerra ma non per questo meno nobile.

Motivare i giovani alla ricerca di lavoro significa offrire loro sfide ottimali che permettano di sperimentare il controllo dell’ambiente in cui vivono e sentirsi efficaci nel farlo.

… e chissà che la Rita Pavone del futuro possa un giorno cantare: “La storia del passato ormai ce l’ha insegnato che un giovane motivato fa la rivoluzion”